giovedì 2 maggio 2013

Motore di ricerca sulla storia antica

martedì 2 ottobre 2012

La cosmesi, una frivola moda barbara

La cosmesi non ha mai avuto tanti ammiratori fra gli antichi greci e romani. In Grecia era considerata una frivola moda proveniente dall’Oriente, la terra dei “barbari”, dove il pensiero greco ha sempre posto l’origine del lusso e della corruzione. La cosmesi era vista di malocchio soprattutto perché interessava le donne che, secondo la morale greca, dovevano essere esclusivamente dedite alle cure familiari e alle attività del piccolo universo domestico in cui vivevano rilegate. L’accusa “infamante” contro i cosmetici (che riassume le numerose altre) è quella della “maschera”, un artificio ingannevole che altera la realtà naturale e quindi la “bellezza vera”, quella interiore. E’ nell’esibizione di una parvenza illusoria che il moralismo greco colloca la depravazione connessa alla cosmesi. E’ quasi inevitabile che l’idea di una parvenza ingannevole, tendente a simulare un grado di bellezza più elevato, finisca per confondersi con l’idea stessa della seduzione e faccia apparire la cosmesi come un’arte eminentemente cortigiana: un marchio di infamia che quindi sancisce la definitiva condanna della cosmesi, perché la cura del proprio corpo, specie quando assume forme vistose (quando diventa cioè “trucco”), non apparirà gratuita, disinteressata, ma sarà assimilata a una strategia seduttiva e di considerata tecnica mercenaria. Anche agli occhi dei romani (un popolo di contadini-guerrieri) oggetti come unguenti, pomate, profumi, belletti non possono non apparire come gli emblemi della futilità e della depravazione di una mentalità di costume che ne ha fatto dei costosissimi articoli di lusso e che questo popolo, insieme ai prodotti di lusso destinati alle donne, hanno catalogato nell’universo di valori negativi (come la cupidigia di denaro e di potere, l’esibizione senza pudore della ricchezza, l’ambizione di cariche: tutti sintomi di volgare degradazione morale) contrapponendoli a principi come povertà, semplicità, autenticità. Galeno, uno dei grandi medici dell’antichità, segna i confini fra una “cosmesi buona”, con la funzione puramente conservativa, di protezione della bellezza naturale e una “cosmesi cattiva” che pretende di attribuire una bellezza “comprata”, innaturale, nella quale rientrano il maquillage o la tintura dei capelli. Al contrario di quanto affermato precedentemente, Ovidio mette in campo un ulteriore argomento a favore della cosmesi: quello di farsi belle è per le donne un istinto naturale, non necessariamente dettato dall’intenzione di conquistare chi le ammira. Ci si fa belli non solo per piacere agli altri: c’è infatti un godimento nel piacere a se stessi, un’intima, narcisista e gratuita soddisfazione.

domenica 11 aprile 2010

Medicina nella Roma antica

A chi era affidata la cura dei feriti (famigliari e schiavi) nell'antica Roma? Inizialmente era affidata al pater familias: i primi centri medici, le medicatrinae, dette anche tabernae medicorum, nacquero infatti solo intorno alla fine del III secolo. Il malato veniva curato nella casa del medico, nel suo laboratorio e, se era necessario, veniva ricoverato in locali annessi alla casa, i cosiddetti valetudinari. Altri valetudinari sorsero nelle città, vicino alle palestre, per curare gli atleti feriti, ed altri ancora vennero creati per seguire gli spostamenti militari.
I medici di quel tempo curavano le persone anche se la loro azione poteva essere molto limitata, dato che non si conoscevano nè le cause nè i modi di trasmissione (batteri e virus) delle malattie. I primi farmaci vennero creati dai medici e dai loro discepoli e solo a partire dal secondo secolo a.C. sorsero le prime farmacie. I primi farmacisti si servivano di alcuni oggetti indispensabili per creare i farmaci, come cucchiaini, bilance (con uno o due piatti), ampolle, vasi in bronzo... (Marco A.)


giovedì 4 marzo 2010

Alla scoperta del latino

Abbiamo creato questo blog per approfondire i nostri studi sul latino e sulla società della Roma antica. In questo blog vogliamo cercare di appassionarvi e di illustrarvi questo fantastico mondo che è il latino.(classe I Bus, a.s.2009-2010)